sabato 23 agosto 2008

AIR GUITAR NATION (Alexandra Lipsitz, 2006)


Tra le tante strampalate competizioni "olimpiche", organizzate allo scopo principale di divertirsi e destinate a partecipanti assolutamente non professionisti, c'è anche il torneo di air guitar, ovvero un'esibizione di imitazione di una figura tra le più carismatiche della cultura pop: il chitarrista rock alle prese con un assolo che naturalmente deve essere virtuosistico e orgasmatico.
L'idea di questa competizione è venuta una decina di anni fa ad alcuni giovani di Oulu, una città nel nord della Finlandia, e da allora ogni estate in quell'angolo del Nord Europa si tiene il campionato mondiale di air guitar, nel quale si misurano personaggi provenienti da diversi paesi del mondo.
La filosofia sottostante l'idea iniziale era non solo di puro divertimento ma anche, per così dire, una filosofia egualitaria: ovvero anche chi non ha talento musicale o non ha mezzi per comprarsi una chitarra, imparare a suonarla e suonare in un gruppo, può comunque diventare un campione di air guitar. Tutto questo è stato vero finché non sono arrivati gli americani che, come ho già detto a proposito di The King of Kong, prendono ogni cosa terribilmente sul serio, e se gareggiano in una competizione non è mai per divertirsi ma solo per vincere, anzi per schiantare gli avversari ("I'll crash him", dirà testualmente uno dei due concorrenti statunitensi).
Succede così che nel 2002 due giovani newyorchesi scoprono l'esistenza di questo campionato al quale - scandalo! - non hanno mai partecipato concorrenti americani, e quindi si danno da fare per organizzare le selezioni americane (suddivise in selezione East Coast e selezione West Coast) allo scopo di trovare il campione che vada a vincere i mondiali del 2003. E così sarà, come vediamo in questo film.
Come molti documentari americani, questo film ha il difetto di volere costringere il suo soggetto in un rigido plot con inizio-svolgimento-fine tipico da scuola di scrittura che lascia sempre un lieve retrogusto di artefatto, decisamente contrario allo spirito dei "film del reale".
Ma ciò nonostante il film è divertente, grazie alla personalità e alla bizzarria dei contendenti, che rappresentano l'intero campo di variazione degli atteggiamenti e degli abbigliamenti del mondo del rock (per qualche breve fotogramma si vede anche uno che si esibisce interamente nudo, e il manico della sua chitarra immaginaria è il suo zizi, un po' floscio a dire la verità). Verso di loro viene naturale provare una grande simpatia, perché non ho dubbi che qualunque appassionato di rock, a partire dal sottoscritto, abbia praticato, anche solo nel riparo nella sua camera, un bel po' di intense sessioni di air guitar. Peccato solo che prima o poi arrivano sempre quei guastafeste degli americani...