Ieri mattina ho avuto la fortuna di visitare la mostra Realtà manipolate - Come le immagini ridefiniscono il mondo, una mostra organizzata da Strozzina CCCS (Centro di Cultura Contemporanea) e attualmente in corso a Palazzo Strozzi a Firenze; ho visitato la mostra guidato da Alessio, uno degli operatori del CCCS, che è stato un ospite assai cordiale, competente ed efficace.
La mostra affronta il tema ovviamente da un punto di vista artistico, ma altrettanto ovviamente per un argomento del genere non mancano le sottolineature e le deduzioni di tipo sociale e politico. Le opere esposte sono tutte creazioni di artisti visuali e concettuali contemporanei, e sono fotografie analogiche, video e, solo in conclusione dell'esposizione, immagini create digitalmente.
Il percorso mostra le possibili manipolazioni della realtà secondo i diversi mezzi utilizzati e secondo i diversi impieghi (o non impieghi) delle immagini manipolate, contribuendo così a fornire un quadro chiarificatore e, forse, esaustivo sulle tecniche di manipolazione (visto il tema, il condizionale è d'obbligo).
Si incontrano così fotografie di riproduzioni di ambienti reali (come lo studio ovale della White House) volutamente seppur lievemente differenti dal reale, riproduzioni di fenomeni naturali (colate di lava, tornado) che, in quanto non unici, sono assai difficilmente distinguibili da una situazione reale e riproduzioni di situazioni che potrebbero essere vere ma che se lo fossero non sarebbero comunque divulgate in quanto portatrici di un significato politico inaccettabile (gli scenari di guerra in Iraq). Ma ci sono altre immagini che sono assolutamente reali, riprese durante la guerra in ex-Jugoslavia, e vengono censurate perché non hanno una 'ritmica' adatta ai tempi serrati dell'informazione giornalistica e al contrario ci sono immagini riprese dal vero in una strada dei sobborghi di Pittsburgh che possono essere diffuse senza problemi visto che sono riprese dalla street-car di Google, ma in realtà riproducono una realtà creata ad hoc da un gruppo di action-artists.
Il corto circuito anche semantico del mio post è inevitabile; il percorso della mostra comunica efficacemente il caos presente nella nostra civiltà dell'immagine, caos che raggiunge il suo apice con le immagini digitali nelle quali una realtà ormai indistinguibile (il foglio di carta accartocciato) può essere espansa e moltiplicata potenzialmente all'infinito. Un caos che però è perfettamente razionale per i manipolatori della realtà, e mi riferisco ai comunicatori, pubblici o privati che siano.
È sottinteso che consiglio a chiunque di fare una gita a Firenze per visitare la mostra. Concludo dicendo che la mostra fa parte di un più ampio progetto sulle realtà manipolate, al cui interno sono previste conferenze, eventi e anche la proiezione di Ceský Sen, già svolta con successo lo scorso 22 ottobre utilizzando i sottotitoli che ho tradotto in italiano per le proiezioni del Cineclub Fratelli Marx. Questo ha dato a tutti noi del Cineclub una grande soddisfazione!
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