venerdì 7 marzo 2008

Alexander McCall Smith - Un peana per le zebre

(The Kalahari Typing School for men), 2002
Guanda, 2004

pagg.52-53
«Provenienza polizia» disse la signora Ramotswe. «Quindi è un poliziotto in pensione. Questa è una cattiva notizia. Alla gente piacerà l'idea di esporre i propri problemi a un poliziotto in pensione».
«E provenienza New York, anche» disse piena di ammirazione la signorina Makutsi. «Questo farà davvero colpo. Tutti hanno visto qualche film con i detective di New York e sanno quanto sono bravi!»
La signora Ramotswe lanciò un'occhiata alla signorina Makutsi. «Tipo Superman?» chiese.
«Già» disse la signorina Makutsi. «Roba del genere. Superman».
La signora Ramotswe aprì la bocca per dire qualcosa alla sua assistente, ma si interruppe. Era al corrente degli straordinari risultati conseguiti dalla signorina Makutsi presso la scuola per segretarie del Botswana - era difficile ignorare il certificato in cornice che li testimoniava, appeso sopra la scrivania della signorina Makutsi - ma certe volte la trovava terribilmente ingenua. Superman, addirittura! Non riusciva proprio a capire come potesse interessare una tale stupidaggine a una persona che avesse superato i sei o sette anni di età. Eppure la trovavano interessante, eccome; quando arrivava un film del genere nel cinema della città, quello che apparteneva a un tipo molto ricco che abitava vicino a Nyerere Drive, una vera folla di persone era più che disposta a pagare il prezzo del biglietto. Certo, alcuni erano coppiette di innamorati, che non necessariamente seguivano quanto accadeva sullo schermo, ma gli altri sembrava proprio che andassero per il film.

pag.177
Finita la lezione e chiusa la sala riunioni, la signorina Makutsi uscì e lo trovò ad attenderla in macchina, come convenuto. Le propose di andare al cinema e poi a mangiare qualcosa in un locale. La proposta piacque molto alla signorina Makutsi, contentissima all'idea che questa volta, invece di andare come al solito al cinema da sola, avrebbe avuto accanto a sé un uomo, come quasi tutte le altre ragazze.
Il film brulicava di gente sciocca che viveva nel lusso, ma alla signorina Makutsi interessava poco e quasi non seguì la vicenda. Pensava solo al signor Bernard Selelipeng che, circa a metà della proiezione, le aveva preso la mano e le sussurrava frasi ardenti in un orecchio.

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