domenica 9 novembre 2008

OR (Keren Yedaya, 2004)

Or non sta in questo caso a significare oro, ma è il nome della diciottenne protagonista di questo film israeliano, vincitore al festival di Cannes 2004 della Caméra d'Or (qui invece sì che Or vuole dire oro!) per il miglior film di regista esordiente.
Nel 2004 il cinema israeliano non si era ancora imposto all'attenzione internazionale, perciò Or può essere considerato come un apripista di film successivi quali Meduse, La banda e Waltz with Bashir, grazie ai quali oggi Israele è una nazione di punta dal punto di vista cinematografico. Con i primi due almeno di questi film (anche perché Waltz with Bashir non l'ho ancora visto), Or condivide la forte immersione della sua trama nella realtà sociale israeliana, ma si differenzia per la sua intensa drammaticità, ottimamente sostenuta dalla essenzialità delle ambientazioni e dei dialoghi estremamente realistici, in cui sono del tutto assenti inutili giri di parole.
Un film come Or probabilmente può piacere molto a David Cronenberg, anche se apparentemente si situa a miglia di distanza dalle sue opere: ma in realtà, così come in A history of violence, in Or è presente la rappresentazione della sconfitta dell'adattamento sociale e culturale ad opera di una sorta di fattore genetico, ereditato per via familiare. Se in A history of violence si tratta della riscoperta dell'anima nera di assassino nel padre e che esce dallo stato di latenza nel figlio, in Or la omonima protagonista abbandona tutti i suoi sforzi di redenzione sociale e assume la decisione cosciente dior intraprendere lo stesso disperato destino della madre. Bisogna poi segnalare il fatto che Or è un film interamente al femminile, non solo perché ha due ottime e coraggiose attrici protagoniste, ma anche per la regista e sceneggiatrice Keren Yedaya; francamente non è molto usuale vedere film così tosti realizzati da donne... almeno per noi italiani che abbiamo L'uomo che ama o Bianco e nero...
Sicuramente, Or è uno di quei film che rimarrà per un po' nella testa di chi l'ha visto.

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