Questo è uno dei gioielli della bellissima edizione 2004 del Festival di Locarno. Il film era nella selezione ufficiale, non ricevette il Pardo d'Oro ma ci andò molto vicino, vincendo il Premio Speciale della Giuria.
Credo che sia uno dei film più raffinati che abbia mai visto. Per darvene un'idea sommaria, vi descrivo tre elementi del cast: il regista Ichikawa Jun è considerato come l'ultimo maestro del cinema giapponese a (non) essere stato scoperto in Europa; la sceneggiatura è tratta da un racconto di Murakami Haruki e le musiche sono di Sakamoto Ryuichi, questi due almeno li conosciamo.
È un film malinconico, dal respiro lento come quello dei nostri pensieri, con l'attenzione rivolta a quei piccoli gesti apparentemente semplici che però riempiono di significato la nostra esistenza. E possiede una singolare somiglianza con uno dei capolavori di Alfred Hitchcock, quello in cui l'ex poliziotto Scottie Ferguson cerca di ricreare la donna che ha amato e che crede morta... Vertigo, anche questo lo conosciamo. E così come per Vertigo, chi vedrà Tony Takitani non se lo dimenticherà.
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